Ieri, in occasione dell’apertura di Asphaltica 2024, in corso a Bologna fino al 12 ottobre, è stata presentata l’analisi trimestrale di Siteb-Strade Italiane e Bitumi sull’andamento dei lavori stradali in Italia. È emerso che il primo semestre 2024 ha registrato una crescita del 7,3% della produzione di asfalto (conglomerato bituminoso), principale indicatore dello stato di manutenzione della nostra rete stradale, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il buon andamento del settore proietta la produzione per l’intero anno intorno a quota 36 milioni di tonnellate, il secondo dato più alto registrato negli ultimi 15 anni.
La crescita registrata quest’anno è collegata prevalentemente ai lavori promossi da Anas, tornata a investire negli ultimi anni in maniera massiccia nel settore stradale e alle attività di manutenzione messe a terra dalle concessionarie autostradali sui 7.000 km di competenza lungo il territorio nazionale.
Tutt’altro discorso riguarda i restanti circa 500.000 km di strade asfaltate, due terzi dei quali sono gestiti dai Comuni che non sempre dispongono delle risorse necessarie per la manutenzione e che necessiterebbero di essere messi in sicurezza.
“Negli ultimi anni sono stati compiuti notevoli passi avanti nelle manutenzioni stradali, dopo i pesanti tagli del passato collegati alla spending review e al patto di stabilità che hanno ulteriormente peggiorato la situazione nel nostro Paese – ha sottolineato Stefano Ravaioli, direttore Siteb e presidente del Comitato Asphaltica –Siamo però ancora ben lontani dall’avere una rete in perfetta efficienza. Negli anni ’90 la produzione di asfalto raggiungeva circa 43-44 milioni di tonnellate/anno e quando si scendeva sotto questo limite ci si preoccupava. Quello che oggi manca è un corretto approccio, soprattutto da parte delle istituzioni locali, all’attività di manutenzione che troppo spesso insegue l’emergenza con le buche da tappare e difetta di pianificazione, controlli tecnici sulla durabilità delle opere e prevenzione. Senza contare che le recenti normative sull’end of waste dei rifiuti da costruzione e demolizione e i criteri ambientali minimi (CAM) per le strade rappresentano un’opportunità da cogliere a pieno per rendere la nostra rete più sostenibile e sicura”.