L’impresa marchigiana Ferca Costruzioni vanta ben quattro escavatori CASE nel parco macchine. Li usa per le applicazioni più varie, dai lavori idraulico-forestali alle demolizioni.
Simbolo di pazienza, di saggezza arcaica e di forza non aggressiva, l'elefante è un animale imponente e si narra che, grazie alla sua mole, sia in grado di calpestare il male. Simboleggia anche la memoria ed è considerato un portafortuna. Nell’antichità, in India rappresentava la stabilità e l’immutabilità del macrocosmo, mentre in Cina la potenza e la sapienza ed era venerato. Perché parliamo di elefanti su Quelli del Movimento Terra? Perché un elefantino azzurro dalle linee stilizzate è il logo di Ferca Costruzioni, l’impresa marchigiana protagonista di questo Focus, che vanta nel suo parco macchine ben quattro escavatori cingolati CASE: il mini CX37C, il CX245D SR, il CX370D e il midi CX90D MSR. Abbiamo incontrato – per telefono – il titolare, Edoardo Mariotti Cesarini Romaldi che, con entusiasmo e generosità, ha raccontato la storia dell’azienda e ha svelato perché sceglie il marchio CASE da molti anni. Da quando ancora si chiamava esclusivamente New Holland.
L’intervista a Edoardo è stata davvero interessante, quindi preferiamo riportarvi direttamente ciò che ha detto. Vi anticipiamo solo una manciata di dettagli: prendeteli come coordinate per orientarvi tra le sue parole.
Ferca Costruzioni è l’evoluzione dell’azienda agricola della nobile famiglia Mariotti Cesarini Romaldi, che affonda le sue radici nella notte dei tempi. Si trova a Vallefoglia, in provincia di Pesaro e Urbino, conta una decina di lavoratori, un parco macchine di più di 20 mezzi tra escavatori, pale, dozer, camion, dumper e macchine forestali. Il suo campo d’azione copre le Marche e si spinge nella vicina Romagna. È Edoardo l’artefice della separazione tra azienda agricola – che prosegue tuttora la sua attività – e quella edile. Ha seminato, ci ha creduto e ora raccoglie i frutti.
Come detto, la chiacchierata con il titolare di Ferca Costruzioni si è rivelata stimolante, ci ha fatto viaggiare nel tempo e scrutare i possibili scenari del fare italiano. Ecco quanto ci ha raccontato.
Edoardo, partiamo dal simbolo che rappresenta la tua azienda, l’elefante. Perché proprio questo animale?
L’elefante è mite, è tra gli animali più forti e ha memoria, ingrediente fondamentale nel nostro mestiere: l’esperienza si fa solo con la memoria. Inoltre, l’elefantino con la proboscide verso l’alto è benaugurante (nella foto sopra, l'elefante che campeggia negli uffici della sede).
Quali sono gli esordi di Ferca Costruzioni?
La nostra è un’impresa un po’ particolare, non nasciamo nel movimento terra ma proveniamo dall’agricoltura, il nostro non è il classico scenario. I miei antenati erano condottieri militari e, quando si sono ritirati, si sono dati ai campi, concessi nel XV secolo da Federico da Montefeltro.
Come è avvenuto il passaggio dal settore agricolo al movimento terra?
Negli ultimi decenni svolgevamo sempre più attività edili connesse a quelle agricole utilizzando macchine che si prestano per entrambi i settori; una volta cresciuti per capacità acquisite, è stato necessario affrontare il cambiamento e trasformarci in impresa edile a tutti gli effetti. Il vestito agricolo ci andava stretto, abbiamo deciso di conservare la lunghissima esperienza dell’azienda agricola di famiglia e di partire da zero come impresa edile. Siamo diventati così quello che siamo: una trasformazione in corso d’opera, da lombrico a farfalla.
I due mondi sembrano apparentemente lontani ma in realtà sono vicini…
La permeabilità vicendevole esistente tra agricoltura e movimento terra non c’è in nessun altro settore.
Qual è la vostra specializzazione?
Siamo orientati per lo più verso l’edilizia ambientale e lavori idraulico-forestali, lavoriamo spesso lungo i fiumi, nei boschi, in zone incolte. Ci occupiamo di gestione idraulica dei terreni e lo facciamo per le nostre capacità maturate nel sistema agricolo. Il nostro bagaglio viene da lì. Chiaramente essendo cresciuti, abbiamo assunto personale specializzato in edilizia, ed è stato doveroso perché i numeri ci chiedevano di occuparci di tutte quelle attività svolte abitualmente dalle imprese edili, come demolizioni, grandi sbancamenti e anche costruzioni.
Arrivando al parco macchine, nel vostro ci sono solo escavatori a marchio CASE. A cosa è dovuta la scelta e l’affezione?
Quando posso scelgo un marchio italiano, ma al di là di questo aspetto, CASE produce macchine di ottima qualità, che rispondono pienamente ai nostri criteri di versatilità e affidabilità. Ci permettono di distinguerci sia nei lavori idraulico-forestali sia nei cantieri specificatamente edili, come demolizioni e scavi.
Siete clienti CASE particolarmente affezionati.
Il nostro concessionario di fiducia è Maie, quando decidiamo di acquistare una nuova macchina è il primo a essere contattato. Così abbiamo iniziato con escavatori New Holland e ora ne abbiamo quattro a marchio CASE.
I modelli di cui disponete (CX37C, CX245D SR, CX370D e CX90D MSR) appartengono tutti alle ultime serie. Si evince pertanto che ci tenete molto all’aggiornamento del parco macchine?
In questo settore è necessario mantenersi aggiornati, se non ci si rinnova si finisce per avere mezzi obsoleti. Mantenendo la flotta giovane, invece, si risponde ai requisiti richiesti dalle gare d’appalto, soprattutto in materia di sicurezza e ambiente.
Gli escavatori CASE sono stati scelti quindi anche secondo parametri ambientali?
Sì, sono dotati di motori a basse emissioni che ci permettono sia di partecipare a bandi pubblici, sia di lavorare, nel privato, con aziende green.
Quali sono gli altri aspetti che ti spingono a comprare macchine CASE?
La versatilità, il loro essere polifunzionali. Gli escavatori CASE sono dotati di impianti idraulici in grado di supportare attrezzature decisamente energivore sotto questo aspetto, come trincia forestali e spaccatronchi, che richiedono appunto una grande quantità di olio idraulico. E riusciamo a utilizzarle al meglio in totale semplicità, con movimenti fluidi anche in contesti impervi, come boschi o terreni particolarmente scoscesi. Le nostre macchine non lavorano in cava, ma in ambienti fluviali o in spazi aperti spesso impraticabili, quindi è necessario fare attenzione a questi accorgimenti tecnici.
Al momento dell’acquisto, in genere, chiedete dotazioni personalizzate?
Soluzioni customizzate no, ma tutte le nostre macchine devono essere equipaggiate di agganci rapidi e di bracci lunghi per arrivare nei posti più scomodi. Per esempio, ritengo strategico l’escavatore short radius CX245D SR: essendo senza la torretta posteriormente ingombrante, nonostante il peso importante (261-277 quintali), la si riesce a utilizzare in spazi davvero ridotti e a mantenere la produttività elevata anche montando prolunghe sul braccio standard. L’ingombro ridotto ti fa sentire subito a tuo agio, sia quando lavori in aree forestali, sia in cantieri urbani particolarmente ristretti. Per fare un esempio, di recente abbiamo eseguito la demolizione di una palazzina situata nel centro storico di Fano tra edifici d’epoca: visto che lateralmente ingombra solo tre metri, siamo riusciti a demolire con facilità fino al quarto piano con la prolunga da 4 m montata sul braccio standard e un frantumatore da 14 quintali. E ripeto, si tratta di una macchina di quasi 300 quintali con una produzione degna di questo peso operativo, è questo a fare la differenza, perché i nostri concorrenti per fare lavori simili usano macchine più piccole, al massimo da 100 quintali.
L’ultima domanda esula dal tuo mestiere in senso stretto. Tu che ti occupi quotidianamente di dissesti idrogeologici, quale pensi sia la ricetta per porre rimedio alle recenti alluvioni?
Noi abbiamo lavorato molto dopo le alluvioni, sono situazioni tremende che, lo dico col cuore in mano, hanno messo in luce l’importanza dei lavori fluviali, purtroppo finiti nel dimenticatoio da lungo tempo. Lasciare che la natura si regoli da sola va bene in ambienti in cui gli spazi dominati dall’uomo sono pochi e localizzati, come in Canada. In Italia il livello di antropizzazione è esagerato, abbiamo costruito nei boschi, nei fiumi, ovunque. Quindi non credo esista una ricetta che possa risolvere la situazione, semplicemente bisognerebbe attuare una gestione continua, puntuale e mirata su un ambiente estremamente antropizzato come il nostro. È opportuno operare un cambiamento gestionale, non adottare una soluzione ma prendere una direzione. È giunto il momento di rimboccarci le maniche e passare all’azione. Tra l’altro una gestione ambientale costante offre innumerevoli opportunità di crescita e occupazione.
I modelli CASE Short Radius sono pensati per cantieri dallo spazio limitato. Il maggiore peso operativo e il sottocarro più lungo nella configurazione con lama assicurano più stabilità. Da mettere in evidenza anche la capacità di sollevamento, per un’alta produttività in molte applicazioni.
I tempi di ciclo sono più rapidi grazie all’impianto idraulico ad alte prestazioni, caratterizzato da: pompe a comando elettrico e valvola di controllo principale più grande; flusso dell’olio regolabile in base alle esigenze operative; capacità di risposta della macchina al carico operativo moltiplicata, garantendo tempi di ciclo fino al 12% più veloci rispetto alla generazione precedente. L’escavatore CX245D SR offre un controllo preciso grazie al Sistema idraulico intelligente CASE (CIHS), capace di garantire allo stesso tempo un grande risparmio energetico in tutte le fasi del ciclo operativo (scavo, sollevamento e rotazione del braccio, scarico). Quest’ultimo è presente su tutti i modelli CX.
Partiamo dall’impianto idraulico intelligente (SMS, Smart Hydraulic System) che prevede cinque funzioni di risparmio energetico, per abbattere i costi di esercizio aumentando la produttività. La cabina spaziosa offre un ambiente di lavoro al top, con un’ottimale visibilità panoramica, un basso livello fonometrico interno e un monitor di bordo facile da usare.
Sul CASE CX370D il braccio e il bilanciere sono stati riprogettati in base agli ultimi criteri di analisi delle sollecitazioni, in modo da ridurre i punti di sollecitazione mantenendo l'ottimizzazione del peso per garantire un sollevamento ideale. Da sottolineare anche le nuove parti in ghisa altamente resistenti con flange unite da cerniera per ridurre le sollecitazioni e aumentare la resistenza, e il sottocarro riprogettato e rimodellato per facilitare il processo di saldatura migliorando così l'affidabilità delle strutture fabbricate. Il design del telaio inferiore con un'unica inclinazione riduce i tempi necessari per la pulizia del sottocarro. Aumentato, infine, lo spessore delle piastre strutturali, specialmente nelle aree in cui i componenti necessitano di un alto livello di protezione.