I mini escavatori rappresentano oggi il 50% del mercato italiano delle macchine movimento terra. Segno dei tempi che cambiano velocemente, di un mondo delle costruzioni focalizzato sulle infrastrutturazione cittadine e su un evidente cambiamento del mercato.
Nonostante la loro diffusione e i contenuti tecnologici di rilievo, non tutti apprezzano ancora quanto dovrebbero queste macchine che, se rapportate alla dimensione, alle potenze medie e alle caratteristiche degli impianti idraulici, fanno dei veri miracoli all’interno dei cantieri.
Fin dalla loro comparsa hanno alleviato la fatica di migliaia di persone e hanno accelerato i processi costruttivi in modo significativo.
Caterpillar, pensando ai propri nuovi mini escavatori ha pensato proprio a questo scenario operativo, che si andrà ulteriormente sviluppando nel tempo, portando la tecnologia delle grandi macchine anche nei modelli più piccoli.
Una scelta intelligente che consegna nelle mani dei professionisti delle macchine che sono “piccole” solo dimensionalmente. Ma che hanno l’appeal giusto per gli operatori abituati ad usare le grandi macchine e che spesso salgono sulle compatte con grande ritrosia.
Ebbene, la visione di Caterpillar va proprio in questa fondamentale direzione: fornire al mercato le macchine adatte a sostenere il cambiamento in atto e, soprattutto, che siano in grado di supportare in modo rapido ed efficiente sia gli specialisti, sia i noleggiatori, sia le imprese che ne fanno un impiego più generico.
Il segreto fondamentale dei nuovi mini Caterpillar Next Generation è racchiuso nella gestione completamente elettronica di tutta l’idraulica. A partire dai manipolatori elettroidraulici per finire con la possibilità di regolare le risposte dell’impianto sulla base di specifiche esigenze o di abitudini di ogni singolo operatore.
Questo concetto, che potrebbe sembrare scontato e in linea con quanto già presente sul mercato, c’è invece una rivoluzione nel modo di intendere i mini escavatori.
Sui mini Next Generation di Caterpillar è infatti possibile regolare la reattività dell’impianto e dei manipolatori in modo del tutto indipendente fra loro, usare il manipolatore di sinistra come joystick per la traslazione e programmare diversi movimenti su entrambi i manipolatori usando i cursori proporzionali.
Insomma, non siamo di fronte ai soliti mini escavatori, ben anche evoluti e di ultima generazione, quanto a macchine multifunzionali che si possono adattare a ogni operatore e a ogni contesto.
Un plus di indubbio valore in un mercato sempre più competitivo dove i mini escavatori sono strumenti indispensabili per la conduzione rapida ed efficiente dei cantieri edili.
Occorre ovviamente “smarcarsi” dall’immaginario collettivo e proiettarsi nella visione globale e altamente professionale di Caterpillar il cui obiettivo aziendale è, tramite le macchine, di fornire un servizio a 360° che permetta all’impresa di fare marginalità.
La via dell’elettronica, anche su macchine così piccole, è la strada maestra.
Una nuova gamma di macchine che, partendo dal cuore del mercato dei mini escavatori, completerà tutta l’offerta nel corso del 2020.
Il costruttore americano va dritto all’obiettivo partendo proprio dai modelli che occupano la fascia di peso operativo che spazia dai 1.500 ai 2.000 kg: sono i nuovi 301.5 (1,5 ton con torretta convenzionale e canopy), 301.6 (1,5 con torretta convenzionale e cabina), 301.7CR (1,7 ton con torretta short-radius), 301.8 (1,8 ton con torretta convenzionale, cabina o canopy), 302CR (2 ton con torretta giro sagoma, cabina o canopy). Si parte da un peso operativo che spazia da 1.575 kg fino a 2.200 kg a seconda del modello e della configurazione.
Un gamma articolata che va incontro sia a chi vuole un mini a ingombro posteriore ridotto sia a chi preferisce una macchina convenzionale per avere maggiori capacità di sollevamento.
Sono disponibili due carri. Il primo equipaggia tutti i modelli eccetto il 302CR ed ha larghezza variabile idraulicamente da 99 cm a 130 cm. Il secondo passa invece da 109 cm a 140 cm. Quest’ultimo è decisamente una ottima base d’appoggio per il 302CR che, alla prova del campo, ha dimostrato un’eccellente stabilità.
Le motorizzazioni sono tutte Caterpillar C1.1. Si tratta di un compatto tre cilindri da 14,3 kW (19,2 CV) conforme allo Stage V.
Gli impianti idraulici dispongono di 66 l/min forniti da una pompa a portata variabile a controllo totalmente elettronico. La gestione è infatti il fulcro produttivo di questa nuova Next Generation.
L’impianto ausiliario di serie è fornito con attacchi rapidi e permette di avere flussi unidirezionali, a doppio effetto e continui. Rientra quindi perfettamente nella filosofia di Caterpillar di fornire una macchina completa e perfettamente adatta ad operare con attrezzature di ogni genere.
301.5 /301.6 | 301.7 CR | 301.8 | 302 CR | |
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Peso min. (kg) | 1.575 | 1.785 | 1.835 | 2.045 |
Peso max (kg) | 1.960 | 1.835 | 2.025 | 2.200 |
Ingombro torretta | Standard | Compact | Standard | Compact |
Posto guida | Canopy / Cabina | Canopy | Canopy / Cabina |
Canopy / Cabina |
Profondità scavo avambraccio standard (m) | 2,340 | 2,340 | 2,370 |
2,370 |
Profondità scavo avambraccio lungo (m) | 2,540 | 2,540 | 2,570 |
2,570 |
Non stiamo parlando del “giallo Caterpillar” ma di un piccolo e significativo tasto giallo presente sul manipolatore di sinistra.
Ma andiamo con ordine.
Il posto guida dei nuovi mini Next Generation è il nocciolo attorno a cui gravita tutta la polivalenza di queste macchine.
Caterpillar, anche sui Next Generation di grande dimensione, ha lavorato nella direzione di un’interfaccia con l’operatore che fosse la più semplice e intuitiva possibile. Uno studio ergonomico che va ben oltre la posizione corretta dell’operatore nel posto guida ma investe una vera e propria “user experience” al pari dell’interazione con un sito web.
L’elemento che maggiormente spicca fra tutti è la possibilità, tramite il “tasto giallo” sul manipolatore di sinistra, di utilizzare la traslazione come su un track-loader. In un istante, accompagnato da un “beep” di inserimento e disinserimento, si passa dalla modalità di comando ISO a quella del comando traslazione.
Ma non solo. Il manipolatore di destra diventa il comando della lama rendendo permettendo di non staccare mai le mani dai due joystick.
Merito dei manipolatori elettroidraulici che consentono anche la programmazione, sui cursori proporzionali, di altri comandi come la rotazione della torretta, braccio, avambraccio e benna. In modo da poter variare assetto della macchina quando si usa la lama/si trasla senza utilizzare le classiche doppie leve.
Per i lunghi trasferimenti è possibile impostare una velocità di marcia predefinita che permette di spostarsi senza usare né leve/pedali, né manipolatore di sinistra. La doppia velocità automatica di traslazione è di serie
Tutte queste regolazioni e impostazioni sono comandabili tramite il monitor LCD la cui navigazione è affidata a un comodo jog dial con la stessa filosofia usata sulle automobili. Per la messa in moto è inoltre necessario inserire un codice di sicurezza.
Fra le impostazioni possibili occorre rimarcare la doppia possibilità di regolare sia la reattività dei manipolatori, sia quella di pressioni e portate dell’impianto idraulico.
La routine di controllo avviene sempre tramite monitor LCD su una scala di valori proporzionali.
Si tratta di un’ottima possibilità, soprattutto per gli operatori più esperti, di ottimizzare l’efficienza della macchina.
Ad esempio, se si sta spianando della terra da giardino, leggera e soffice, si può minimizzare la pressione di lavoro (è necessaria poca forza) abbassando i consumi, mantenere le portate e massimizzare la reazione dei manipolatori rendendo la macchina molto reattiva ma poco sollecitata dal punto di vista del motore e dell’idraulica.
Se si sceglie un modello con cabina chiusa, si ha la possibilità di lavorare in ambienti altamente polverosi grazie alla pressurizzazione di serie che prevede, ovviamente, la climatizzazione automatica. Chi opera nelle demolizioni ringrazia due volte anche perché le omologazioni non sono solo ROPS ma anche TOPS e FOPS Livello 1. Il che mette al riparo dai rischi specifici di queste attività.
Le dotazioni sono del tutto simili a quelle che si trovano sui grandi escavatori Caterpillar, con il parabrezza anteriore in due pezzi che è possibile ritrarre completamente sotto al tetto della cabina sovrapponendolo in due pezzi.
I materiali sono di qualità, con gomme morbide per i manipolatori (che hanno una bella consistenza che non stanca le mani). Il sedile può essere a sospensione e i braccioli di appoggio per le braccia sono regolabili.
L’isolamento verso il motore è molto buono anche grazie alla piattaforma monoblocco che si solleva idraulicamente in caso di bisogno per la manutenzione. Si tratta, in questo caso, di una bella comodità in quanto il distributore è completamente accessibile in pochi minuti e le operazioni si velocizzano in modo determinante. Una scelta che è frutto di un progetto pensato da zero e che ha tenuto in considerazione ogni aspetto della vita della macchina.
La presenza dei comandi elettroidraulici e della completa gestione elettronica porta con sé un duplice vantaggio. Da un lato la possibilità di interconnettere le macchine all’interno di una rete aziendale che permette di controllare la produttività, interagire in modo attivo, inviare indicazioni operative e poter così rispondere ai criteri di base per rientrare nel quadro più ampio delle attrezzature classificate come “Industria 4.0”.
Non si tratta solo di evidenti vantaggi fiscali, comunque interessanti e che possono invogliare gli imprenditori ad effettuare investimenti necessari ma procrastinati nel tempo, quanto di poter finalmente capire in modo preciso e attento l’efficienza della propria macchina per riuscire ad aumentare la marginalità.
In secondo luogo, le gestione completamente elettronica permette di utilizzare sistemi di radiocomando particolarmente efficienti. La stessa CGT Edilizia (azienda parte del Gruppo Tesa) ha sviluppato in house un radiocomando che fornisce un feedback del tutto identico a quello di una macchina standard. L’applicazione risulta estremamente semplice e una macchina standard diventa in pochissimo tempo un mezzo speciale che è possibile utilizzare in situazioni particolari come demolizioni controllate, scavi in sotterraneo, movimentazione con materiali speciali, tossici o inquinanti.
Tanta tecnologia, quindi, tante possibilità ma la domanda sorge spontanea: sarà semplice utilizzare tutti questi contenuti?
Ebbene, il lavoro progettuale svolto da Caterpillar su tutte le nuove macchine ha valorizzato il rapporto uomo/macchina.
Con la nuova interfaccia è tutto molto più semplice, molto più diretto e molto più intuitivo. Regolare la reattività dell’impianto idraulico, passare dai comandi ISO a quelli in cui si comanda traslazione e lama con i joystick è questione di un attimo. Il segnale sonoro che avvisa il cambio di modalità è chiaro e non lascia spazio a nessun dubbio.
Una gestione semplice e rapida dei comandi che si fa apprezzare anche grazie a un hardware che mette in luce le capacità operative di questi nuovi mini escavatori.
Nel caso specifico del 302 CR il carro è uno dei suoi innegabili punti forti: ha una struttura di una classe superiore che permette di avere una base d’appoggio molto stabile. La lunghezza di 1.850 mm non penalizza le manovre di sterzata grazie a un’idraulica che non entra in crisi.
La possibilità di regolare la reattività dell’impianto idraulico consente di trovare il giusto feeling sia con qualsiasi operatore che, con la stessa persona alla guida, con il tipo di lavoro da eseguire. Una volta imparata la routine di regolazione, si riesce sempre a sfruttare nel modo migliore le capacità idrauliche della macchina mixando precisione, velocità e potenza in modo ottimale.
Risulta divertente riuscire a “plasmare” la macchina sulle proprie necessità. Un vero plus per gli operatori professionali che possono avere a disposizione un escavatore che è mini solo nelle dimensioni ma non nella gestione.
I manipolatori fanno il resto grazie a un’impugnatura consistente che non stanca le mani, alla precisione di azionamento e ai comandi supplementari che sono stati ben studiati e collocati. L’effetto “playstation” iniziale sparisce subito quando i movimenti diventano intuitivi e naturali. Bell’esempio di user experience.
Da un punto di vista puramente operativo, Caterpillar ha mescolato in modo equilibrato prestazioni e dolcezza d’utilizzo. A prescindere dalle regolazioni dell’impianto, sono macchine che si guidano senza necessità di adattare il proprio stile. Non è un argomento banale da trattare, soprattutto quando ci si trova di fronte a comandi elettroidraulici la cui risposta non è sempre lineare e fluida.
Si tratta di una positiva sensazione che mi è stata trasmessa anche dai grandi escavatori Next Generation che, di fatto, condividono una medesima impostazione di base con i nuovi mini.
L’obiettivo di Caterpillar è chiaro: avere un family feeling univoco e riconoscibile che lega ogni fascia di peso e di target per non dare mai la sensazione, nel caso dei mini escavatori, di essere su una macchina ritenuta secondaria. A prescindere dalla dimensione, che è solo funzionale al tipo di lavoro da eseguire, chi oggi sceglie un mini escavatore Caterpillar lo fa con la consapevolezza di chi sa di avere contenuti di alto livello che sono stati studiati e focalizzati esattamente come le grandi macchine del costruttore.
Contenuti che, soprattutto a fronte della compattezza, ricordano le grandi macchine. E proprio per questo incantano.