Un bell’esempio di sinergia tra antiche tecniche e nuove tecnologie. Stiamo parlando di tre cantieri – uno in Francia, uno in Germania e l’altro in Slovenia – dove le pinze selezionatrici MB-G di MB Crusher sono state impiegate per realizzare muri a secco, tecnica il cui alto valore è stato legittimato persino dall’Unesco: alla fine del 2017, infatti, l’arte dei muretti a secco è stata iscritta nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale da tutelare e salvaguardare. Ma ecco i dettagli dei cantieri menzionati.
Denominatore comune dei tre cantieri: le pinze selezionatrici MB-G, le cui chele afferrano, movimentano, depongono pietre, rocce o sassi di ogni tipo e dimensione con elevata precisione, grazie alla piastra inclinata che permette di avere un raggio di azione più ampio. È anche possibile installare un kit denti, che facilità la presa e il controllo dei materiali con pesi e forme particolari
La conoscenza della tecnica dei muri a secco si è tramandata tra le antiche comunità rurali fino ad arrivare ai professionisti di oggi. Sempre con un unico obiettivo: prevenire frane e inondazioni, combattere l’erosione del suolo e la desertificazione, nel pieno rispetto dell’ambiente. A condividere l’iscrizione all’Unesco sono otto Paesi europei dove le tecniche di realizzazione dei muri a secco sono diverse ma tutte “a regola d’arte”, ovvero con le pietre una sopra l’altra, senza uso di altri materiali se non, in alcuni casi, di terra asciutta.
Una sorta di evoluzione dei muri a secco è la nuova tecnica delle terre rinforzate, la soluzione di ingegneria naturalistica che permette di sostituire i muri di cemento con strutture a minore impatto ambientale. Infatti, come per i muri a secco, utilizza materiali di riempimento locali, ha un aspetto naturale, è più elastica alle sollecitazioni del terreno ed è semplice nella posa e nella manutenzione. È significativo il caso di un’azienda veneta incaricata di realizzare un muro di sostegno in terre rinforzate a sostituzione dell’esistente muratura in calcestruzzo.
Sonia, il geotecnico dell’impresa costruttrice, spiega come hanno risolto i problemi di gestione del materiale di risulta e dell’esiguo spazio di manovra dovuto alla pendenza della strada di montagna: “Per eseguire questo lavoro ci siamo affidati alle attrezzature MB Crusher per le fasi di frantumazione e di vagliatura. Siamo così riusciti a risparmiare sull’acquisto di nuovo materiale frantumando il pietrame recuperato dalla vagliatura della terra, che altrimenti avremmo dovuto smaltire con costi sostanziosi per ottenere del pietrisco che abbiamo usato per i drenaggi. Il terreno vagliato, invece, è stato subito riutilizzato per la posa all’interno dei casseri. Ringrazio MB Crusher per i consigli che ci hanno permesso di guadagnare in tempi e costi, il tutto nel rispetto dell’ambiente”.